Ideas n. 6: Sopravvivere al principio di rotazione

Ideas n. 6: Sopravvivere al principio di rotazione

ideas for the future è una raccolta di idee e suggerimenti in ambito aziendale e organizzativo. Alcune sono dei semplici Consigli Pratici, altri sono vere e proprie Strategie Aziendali. Molte di queste idee probabilmente nella tua azienda le utilizzi già, ma sono sicuro che qualcuna ti è nuova. In ogni caso mi farebbe piacere sapere la tua opinione e ti invito a commentarle al termine dell’articolo

Ideas scritta in collaborazione con STEFANO MANARA, Direttore presso Fondazione Piccola Fraternità di Dossobuono.


Gli enti del Terzo Settore non sono tutti uguali: vi sono piccole realtà legare ad un territorio e grandi organizzazioni capaci di gestire servizi a livello regionale e nazionale. Questa differenza si accentua maggiormente nel momento in cui si presenta una nuova gara di appalto:

  • le grandi organizzazioni (spesso con fatturato superiore al 5 milioni di euro) sono dotate di un proprio ufficio gare e non hanno timori nell’aggredire il mercato decidendo di partecipare a più gare possibili.
  • le piccole organizzazioni giocano soprattutto in difesa: non hanno un ufficio gare, e cercano soprattutto di “tenere” i servizi che già gestiscono. Non ci pensano nemmeno di partecipare ad una gara d’appalto a 50 km del proprio comune, non avrebbero la forza (organizzativa) per gestire un servizio così lontano. di Fronte ad una nuova gara individuano una persona che per qualche settimana mette da parte le sue mansioni per per “difendere” quel servizio storico che la cooperativa gestisce da 5-10- 15 anni.

Non riuscendo a gestire servizi troppo distanti dal proprio territorio, spesso le piccole organizzazioni soffrono di una vera e propria “dipendenza” da un particolare servizio e sono disposte a gestirlo quasi in perdita pur di sopravvivere. Il rischio di questa sorta di “dipendenza” è aumentata da quando il Dlgs 50/2016 – Codice degli Appalti ha inserito il Principio di Rotazione:

Principio di Rotazione

“L’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di cui all’articolo 35 avvengono nel rispetto dei principi di cui agli articoli 30, comma 1, 34 e 42, nonché del rispetto del principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti e in modo da assicurare l’effettiva possibilità di partecipazione delle microimprese, piccole e medie imprese. Le stazioni appaltanti applicano le disposizioni di cui all’articolo 50”

Sulla carta l’intento del legislatore era chiaro: favorire la concorrenza ed evitare ad una Pubblica Amministrazione di avere rapporti sempre con lo stesso fornitore.

Nella realtà, come abbiamo visto, le piccole organizzazioni hanno segnato il passo di fronte alla complessità di Gare di Appalto (“Mepa”, “PassoE”, “Avvallimento”, “Ati”, “Valutazione di Impatto Sociale”…vi dicono niente???) che richiedono competenze sempre più tecniche e specifiche.

Non mi stupisce, in tal senso, tutta una serie di provvedimenti (subappalto, soglia per l’affidamento diretto, ecc…) che hanno cercato di attenuare o derogare il Princio di Rotazione ma rimane il fatto che il rischio di perdere servizi storici (magari gestiti anche in maniera ottimale) per una norma che impone l’alternanza o semplicemente per l’arrivo di competitors più preparati (si chiama concorrenza…) è dietro l’angolo.

Nuove strategie

Che fare? quali strategie possono adottare le piccole e medie organizzazioni del Terzo settore per adattarsi a questa delicata situazione?

Personalemente credo che sia necessaria evoluzione di queste Organizzazioni: una evoluzione che deve coinvolgere sia l’interno dell’organizzazione, sia i suoi rapporti con il mondo esterno.

Favorire la crescita interna

La storia di piccole organizzazioni impreparate di fronte a nuovi bandi deve a tutti i costi terminare. La velocità con cui cambiano “le regole del mercato” e la necessità di nuove competenze è stato uno tsunami che ha visto impreparati soprattutto le persone con più storicità all’interno dell’ente, ma il futuro degli Enti del terzo settore di medie dimensioni è inequivocabilmente legato ad uno sviluppo di competenze nel campo della progettazione, del marketing e del marketing/comunicazione e della capacità di “fare rete” con il proprio territorio creando legami significativi con gli attori che vivono la comunità (P.A. associazioni, imprese e cittadini).

e questo futuro non può che essere in mano alle giovani generazioni, tocca a loro tirarsi su le maniche ed iniziare a sviluppare competenze e capacità. il compito dei vecchi cooperatori non può che essere quello di facilitarori.

Manca qualcuno che sappia scrivere progetti? si, è vero oggi manca, ma siccome ci serve, lavoriamo tutti per averlo da qui a 5 anni.

Questo deve essere lo spirito dei prossimi Consigli di Amministrazione, questo vorrei vedere nei prossimi ordini del giorno.

Sviluppare nuovi mercati

Avere visione: spesso, infatti, si pensa al business di una organizzazione pensando sempre agli stessi servizi e ci si dimentica di provare ad “esplorare qualcosa di nuovo”, ci dimentichiamo di moltissime potenzialità che hanno le organizzazioni del terzo settore. Non esistono solo bandi di gara, vi sono molte altre possibilità:

  1. accordi con altri professionisti 
  2. accordi con realtà profit
  3. partecipazione a progettazioni con fondazioni
  4. pensare ad aprirsi a mercati privati con servizi propri
  5. attivare una attività di raccolta fondi
  6. Co-progettare e Co-programmare (leggere i bisogni e pensare soluzioni costruite con le pubbliche amministrazioni creando reti collaborative)

Mi riprometto di tornare con una Ideas dedicata su questo aspetto, soprattutto sulla co-progettazione e co-programmazione (quando ho pensato alle Ideas mi ero impegnato a non scrivere troppo….) quello che posso dire in questo momento è che da quando nel 2016 son diventato Responsabile dell’Area Minori ho attivato tutte e 6 queste azioni e posso dire che in 5 anni l’incidenza dei bandi di Gara nella mia cooperativa è sceso dal 100% al 70% con previsioni che portano sempre più al 50-50.

È stato facile? Non direi, soprattutto perché ha obbligato l’organizzazione a modificare la propria mentalità aziendale. Non è facile parlare di progetti, sponsor, comunicazione, pubblicità, ecc…Questo nuovo approccio però in questi 5 anni ha migliorato la reputazione di CPL SERVIZI è in maniera esponenziale.

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